“Vive le cinéma” – Conferenza stampa

“Vive le cinéma” (prodotto nell’ambito dell’intervento Apulia Cinefestival Network, ideazione e organizzazione Scirocco Films, in collaborazione con Polo BilioMuseale di Lecce e Museo Castromediano, Provincia di Lecce, Comune di Lecce, Università del Salento, Accademia di Belle arti di Lecce) unico festival del cinema francese del Sud Italia, ritorna a Lecce durante il periodo natalizio -diversamente dal solito- per mettere alla prova quell’arte che Lecce ha fatto biglietto da visita della sua cultura.


La conferenza stampa di presentazione del festival si è tenuta nella mattina del tre dicembre e ha fin da subito introdotto il tema centrale di questa edizione: la lotta per i diritti umani. Ascoltando queste parole, una domanda sorge spontanea: “Stiamo facendo abbastanza per i diritti di tutti?” La risposta viene da Mina Kavani, ospite internazionale del festival, attrice pluripremiata e attivista. Da un decennio la Kavani vive in Francia, allontanata da un Paese che la perseguita, il suo, perché ha partecipato al film “Red Roses” di Sepideh Farsi, ambientato al tempo dei moti di protesta dell’Onda verde del 2009. Mina è ora protagonista dell’ultimo film di Jafar Panahi, “Gli orsi non esistono”, che ha ottenuto il premio speciale della giuria al 79° Festival di Venezia. L’attrice si è dichiarata onorata di poter essere ospitata nel Paese di Fellini, Visconti ed Antonioni. Sabato 10 Dicembre, infatti, Mina Kavani, sarà la protagonista di un incontro di approfondimento su “Cinema e diritti”, nel quale racconterà la sua vita di attrice e attivista. Sicuramente sarà un’occasione per parlare della sua esperienza in “Gli orsi non esistono”, girato in gran segreto in Turchia (atto che è valso il carcere al regista).

L’attrice Mina Kavani in collegamento durante la conferenza stampa


Meritevole di considerazione, a mio parere, l’obiettivo che ha il festival, di coinvolgere attivamente ed educare i più giovani al cinema, con il fine ultimo di investire su di essi, renderli partecipi, farli appassionare a questo mondo per renderlo più “vivo”: la giuria, infatti, sarà composta a partire da studenti dei corsi di laurea triennali in Dams, Beni culturali, dei corsi magistrali in Scienze dello spettacolo e della produzione audiovisiva e Storia dell’arte dell’Università del Salento, finendo con alcuni studenti dell’Accademia di Belle arti di Lecce e alcuni studenti delle scuole superiori (dai 15 ai 18 anni). Quest’anno, dunque, il festival coinvolge circa 150 studenti tra coloro che ricoprono il ruolo di giudici, staff e coloro che si occuperanno delle matinée dedicate alla sezione “Spazi aperti della visione”.

“I ragazzi non vanno più al cinema”, afferma Alessandro Valenti (regista e sceneggiatore), anche se tutti questi numeri fanno pensare il contrario.


“Il cinema è narrazione come lo è quella dell’alcol. È una narrazione come ci si è entrati e come se ne può uscire perciò il cinema può aiutare anche noi anonimi che non siamo invisibili”. Una frase pronunciata durante la conferenza stampa dal Centro Alcolisti Anonimi, che spiega la collaborazione -insieme alla Casa della carità di Lecce- alle tre giornate di festival.


Per la prima volta il festival propone anche la presentazione di libri, nella sezione “Dallo schermo alla pagina” a cura di Luca Bandirali, docente di Cinema, fotografia e televisione presso l’Università del Salento. Tre le presentazioni in programma: “Critica del visuale” di Roberto De Gaetano (Orthotes Editrice); “Werner Herzog” di Daniele Dottorini (Luigi Pellegrini Editore); “Comunità seriali: mondi narrati ed esperienze mediali nelle serie televisive” di Massimiliano Coviello.


Sembra che con questa settima edizione, il festival si sia rinnovato del tutto, puntando sui giovani e le loro nuove idee; in un lungo weekend festivo a partire da giovedì 8 dicembre per proseguire sino alla domenica, “ci immergeremo nel cinema francese per scoprire quanto strettamente sia legato al cinema italiano, e viceversa”, conclude convinto il Rettore dell’Unisalento Fabio Pollice – “nella lotta per i diritti della comunità lgbtq+, nell’ambiente, nella crisi economica, riscopriremo i legami e i nuovi equilibri della famiglia contemporanea”. “Vive le cinéma” sarà capace di tutto questo?

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