Un mondo senza macchine (o con molte meno)

Succede più o meno a tutti penso…

Guardare una foto di tanti anni fa, di quando i nostri padri nascevano, e rimanere stupefatti dalla bellezza dei luoghi. Gli stessi luoghi che oggi noi calpestiamo e viviamo, gli stessi. Ma con un aura diversa, più bella, più vera. O almeno così sembra a me mentre mentre le guardo forse perchè coperte dal velo della nostalgia di ciò che non si è mai vissuto. O forse era tutto davvero più bello e più vero. Che l’estetica sia diversa non si può mettere in dubbio… e che sia un’estetica strettamente legata alla cultura e ai valori di un mondo che aveva ancora una cultura e dei valori, neanche si può mettere in dubbio. E’ come se ci fosse un ordine, un ordine che noi oggi tentiamo di copiare ma che proprio non ci riesce. 

Ad ogni modo, in questa estetica un elemento spicca in particolare,

succede più o meno a tutti penso…

Guardare una foto di tanti anni fa, di quando i nostri padri nascevano, e rimanere stupefatti dalla bellezza delle MACCHINE che guidavano. 

Ma quanto sono più belle le macchine di una volta? Ma quanto trasudavano design italiano da tutti i pori? Erano belle da vedere persino tutte in fila in coda, nel traffico senza speranza di una Roma caoticamente eterna. Non ci credete? Guardate questo video del traffico di Roma negli anni 60’ : https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=3CjCkXCC5Dg

Visto? Noterete che lo stress, il traffico e il casino è lo stesso di oggi. Con un’unica differenza, lo stile era pazzesco. Noi oggi, fatta eccezione per qualche fusto o fusta con i benzoni, i Porsche e quei possessori delle 1000 Ferrari all’anno che vengono vendute, siamo costretti a girare in gabbie di acciaio e plastica, ingombranti e brutte da morire. 

Perché dico tutto questo? Perchè l’unica giustificazione che do’ (anzi che davo) alla sopportazione che così tante macchine girino ingrate nel nostro mondo, era per lo meno estetica, sono pezzi di design… non semplici macchine. Ma un’invasione di questi nuovi modelli moderni a devastare ancora di più la visione di un mondo odierno e contemporaneo che proprio sembra non preoccuparsi che qualcuno quei luoghi li debba vivere, e che vivere non è solo una questione di funzionalità: ma anche di gioia, gusto, armonia…

Ci tenevo a fare una premessa che giustificasse l’abbandono del modello di trasporto individuale che noi oggi adottiamo non solo da un punto di vista ambientalista, ma proprio estetico! 

Quindi cominciamo senza induci a provare ad immaginare un sogno. Chiudiamo gli occhi, assopiamoci e immaginiamo un mondo dove, pur dove non si rinuncia al comfort e privilegio tutto tipico degli umani del XXI secolo, di spostarsi in massa in ogni punto del pianeta, le macchine non esistono. O meglio, esistono, ma sono poche, usate in maniera intelligente, in un giusto mix tra funzionalità, estetica e pace del vivere. Perchè diciamocelo, non è vita quella in cui in città le macchine sfrecciano h24… non sarebbe bello davvero riappropriarci di ogni punto della terra che viviamo? Siamo veramente sicuri che le città che costruiamo (anzi che ci costruiscono) siano fatte per noi? Pensate per l’uomo? Affinchè l’uomo si goda il creato sfruttando la sua incredibile capacità tecnica? Io avrei dei dubbi. Inconsapevolmente (o no) stiamo creando tante versioni diverse di inferno e poi le chiamiamo metropoli. 

Allora sogniamo, impegniamoci in questo lavoro di immaginazione. Perchè da lì si parte, non serve essere architetti, anzi qui più si è spogli da competenze e meglio è.

Comincio io, vi apro la strada, ma poi continuiamo tutti insieme…

SOGNO N.1 

Nel cuore della sua mente, Alex sognava ad occhi aperti di un mondo radicalmente diverso, dove il rombo delle auto e il fumo degli scarichi erano solo un ricordo sbiadito del passato. Chiudendo gli occhi, si immerse nel suo sogno futuro.

Immaginò una vasta rete di autostrade e superstrade, dove le macchine si muovevano fluidamente solo per i lunghi tragitti tra le periferie delle città, senza toccare i centri abitati. Lungo queste strade, il sole splendeva sopra le file ordinate di veicoli, che si muovevano con un’efficienza silenziosa.

Ma non c’erano solo auto. Ogni tanto, un bus elettrico passava, trasportando gruppi di persone da un punto all’altro della città. I mezzi leggeri elettrici, come biciclette e monopattini, sfrecciavano agilmente lungo le corsie designate, offrendo un’alternativa rapida e ecologica per gli spostamenti di lungo raggio.

Quando Alex si avvicinava all’ingresso della città, una sensazione di eccitazione lo pervadeva. Qui, le auto lasciavano le strade principali e si dirigevano verso le ampie aree parcheggio situate appena fuori dal centro urbano. Questi parcheggi erano enormi e ben organizzati, con stazioni di ricarica solare e punti di noleggio per biciclette e altri mezzi leggeri elettrici. Le auto venivano lasciate lì, pronte per essere utilizzate di nuovo al ritorno, mentre le persone optavano per mezzi più leggeri e puliti per navigare all’interno delle città.

Una volta parcheggiato, Alex affittava una bicicletta elettrica. La città si rivelava come un paradiso per chi si muoveva in modo sostenibile. Le strade erano libere da auto, offrendo spazio agli utenti della bicicletta e ai pedoni per muoversi liberamente. Lungo il percorso, Alex attraversava parchi verdeggianti e piazze vivaci, godendo della fresca aria e della bellezza del paesaggio urbano.

Era un mondo senza il costante rumore del traffico, senza l’odore pungente dell’inquinamento atmosferico. Qui, l’aria era pulita e fresca, e il suono delle risate e delle conversazioni riempiva l’aria. Alex sorrise mentre osservava la scena, sapendo che questo era il futuro che voleva vedere realizzato: un mondo dove la mobilità sostenibile e la bellezza delle città andavano di pari passo.

(Questo sogno si ispira a un reale progetto proposto da alcuni consiglieri ella città di Lecce, ovviamente “troppo utopico” e finito nel dimenticatoio)

SOGNO N.2 

Nel cuore di una città del futuro, i marciapiedi non sono più strisce di cemento statiche, ma vivaci corsie di movimento. Si estendono come lunghe strisce d’asfalto luminose, vibranti di energia sotto i piedi dei passanti. Questi marciapiedi intelligenti sono dotati di un sistema di trasporto avanzato, che trasforma il semplice atto di camminare in un’esperienza straordinaria.

Immagina di camminare verso uno di questi marciapiedi e, con un semplice gesto, attivare il sistema. All’improvviso, il tratto di strada sotto i tuoi piedi si anima, sollevandoti delicatamente da terra. Ti senti sospeso nell’aria mentre il marciapiede si muove silenziosamente, trasportandoti verso la tua destinazione.

Intorno a te, le strade della città sono libere da auto e veicoli tradizionali. Invece, sono attraversate da una rete intricata di marciapiedi volanti, che si intrecciano e si sovrappongono come le vene di un gigantesco organismo urbano. Questi marciapiedi sono alimentati da fonti di energia pulita e sostenibile, come il sole e il vento, garantendo un ambiente completamente privo di emissioni.

Mentre ti muovi attraverso la città su questi marciapiedi volanti, ammiri il panorama urbano che si estende sotto di te. I grattacieli brillano sotto il sole, mentre i parchi e le piazze sottostanti sono vivaci di attività e cultura. La città pulsa di vita, animata dalla gioia e dalla creatività dei suoi abitanti.

E in questa città del futuro, la connessione umana è al centro di tutto. Gli spazi pubblici sono progettati per favorire l’incontro e l’interazione tra le persone, mentre la tecnologia serve a facilitare la comunicazione e lo scambio di idee. È un mondo dove la mobilità è intuitiva e accessibile a tutti, e dove la bellezza e la sostenibilità si fondono armoniosamente.

SOGNO N.3….

Immaginiamo un futuro in cui gli esseri umani si muovono attraverso la città in modo completamente diverso da qualsiasi cosa abbiamo mai visto prima. In questo mondo, la tecnologia ha raggiunto un livello tale da rendere obsoleti i mezzi di trasporto convenzionali. Ecco la mia visione:

Nel futuro, gli umani si muovono attraverso la città utilizzando una combinazione di dispositivi di teletrasporto e ali meccaniche. Questo non è solo un modo di trasporto efficiente, ma anche emozionante e avventuroso.

Ogni individuo è dotato di un dispositivo di teletrasporto personale, che consente loro di spostarsi istantaneamente da un punto all’altro della città. Basta inserire le coordinate desiderate e premere un pulsante, e in un attimo ci si ritrova nella destinazione scelta. Questa tecnologia rivoluzionaria ha eliminato completamente la necessità di automobili e mezzi pubblici, consentendo alle persone di viaggiare con la velocità del pensiero.

Ma c’è di più. Per coloro che desiderano un’esperienza più avventurosa, ci sono le ali meccaniche. Queste ali, ispirate ai volatili, si estendono dalla schiena degli individui e consentono loro di volare attraverso la città con grazia ed eleganza. Grazie ai motori silenziosi e all’uso efficiente dell’energia, le ali meccaniche sono un modo eco-friendly per esplorare l’ambiente urbano.

Immagina di volare tra i grattacieli, sentendo il vento tra i capelli e ammirando la città da un punto di vista completamente nuovo. Le strade sottostanti sono libere da qualsiasi forma di traffico, lasciando spazio agli umani volanti per esplorare liberamente il loro ambiente.

In questo futuro, la mobilità è diventata un’esperienza emozionante e avventurosa. Gli esseri umani non sono più limitati dalla congestione del traffico o dalle lunghe attese dei mezzi pubblici. Sono liberi di esplorare la città in modo rapido, efficiente e, soprattutto, divertente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Post correlati

La Rivincita dell’Assurdo

“Davanti alla legge si può aspettare per tutta la vita, ma senza garanzia di accedere a ciò che si cerca.” Queste parole tanto semplici nella

Tetris

“Chi non è in grado di fare parte di una comunità civile o non ha bisogno di nulla perché basta a sé stesso, non è parte dello

Riconoscersi

L’altro giorno sono stato ad una manifestazione: causa giusta, soliti amici anche qualche volto nuovo. Nuovo un po’ spaesato; ma nuovo. Bandiere che sventolano, cori

© All rights reserved PAROLAPERTA 2023