Lascia il mondo un po’ migliore di come l’hai trovato

Questo motto, nel momento in cui ho iniziato la mia esperienza da fuori sede cinque anni fa, è stata la spinta che mi ha dato la possibilità di crescere non solo a livello personale ma anche con obiettivi formativi e professionali. Siamo nel 2024 e si parla spesso di cambiamento climatico relazionato con le azioni umane. Sì, se ne parla, ma c’è ancora parecchio lavoro da macinare. Fin quando non si capirà che non si tratta di una questione meramente personale ma di qualcosa di veramente grande e che riguarda ognuno di noi, è chiaro che i passi in avanti saranno simili a quelli di una tartaruga.

Siamo umani che invadiamo uno spazio naturale, desacralizzando e inquinando dei luoghi di per sé incontaminati e se perdiamo di vista il motto lassù, perdiamo tempo per salvare il mondo. Esagerazione? No. La presenza umana ha il diritto di aiutare il pianeta, dobbiamo restituire il favore con tutto ciò che ci regala: a partire dalla possibilità di respirare, visitare luoghi incantati, semplicemente esistere.

Per cui, senza stare troppo a parlare di statistiche (perché i dati parlano molto chiaro e uno dei primi passi fondamentali è informarsi in questo senso e toccare con mano i numeri che riguardano le principali cause del cambiamento climatico, tra cui gli allevamenti intensivi), vorrei far riflettere su quante azioni possiamo svolgere nel nostro piccolo, che alla fine non è così piccolo il nostro mondo se ci impegniamo sotto vari aspetti.

Avvicinarsi a una alimentazione sempre più vegetale, tenendo la mente aperta a 360°, può essere un primo passo molto importante. Io, per esempio, sono partita da: “ma perché compro la carne se neanche mi va?”

Nel caso in cui questo primo consiglio vi risultasse ancora molto lontano dalla vostra idea di “cambiamento”, che ne direste di stravolgere la vostra skin care routine utilizzando spazzolini in bambù e per le ragazze trucchi cruelty free? Oppure, sempre per le ragazze, avete mai pensato di utilizzare la coppetta nel periodo delle mestruazioni o delle mutande apposite in modo da non utilizzare più assorbenti o tamponi fastidiosi?

Per il momento vi chiedo se avete anche solo pensato o considerato queste possibilità, perché fidatevi che regalano una soddisfazione incredibile. Sapere di realizzare delle azioni semplici e sostenibili per sé stessi e per gli altri sembra poco ma non lo è.

Ora, sicuramente penserete che sia chiaro che non bastino queste informazioni a cambiare il mondo e che alla fine sono tutte scuse per sentirsi in pace con sé stessi quando in realtà pensare questo tipo di cose è esattamente ciò che fa perdere il focus della storia che vogliamo raccontarci.

Come già accennato, i dati parlano chiaro. Osservati e studiati quelli in separata sede, ognuno di noi dovrebbe iniziare un esame di coscienza secondo il quale si domandi cosa effettivamente realizziamo come automatismi o come cose che ci sono state insegnate così e semplicemente non abbiamo mai messo in discussione? Vi lascio con questo quesito. 

In base a questo quesito, il passo successivo sarebbe incontrarci con il nostro io più profondo. Saperci mettere in discussione, saper auto-analizzarci e capire quali possano essere le azioni che si avvicinano di più al tipo di persona che vogliamo diventare, è fondamentale per costruire il nostro futuro in senso più etico-sostenibile e questo non solo per noi stessi ma anche a fronte di una comunità che a volte sta al nostro passo e altre volte no.

Sono più le volte in cui ci perdiamo dei pezzi nel cammino e se siamo i primi ad essere confusi, è chiaro che si farà fatica a creare una comunità con dei valori condivisi da portare avanti.Alla fine, se siamo noi in primis a non essere aperti al cambiamento, non possiamo pretendere che le cose cambino da sole. Dobbiamo prendere in mano le nostre vite con determinazione se vogliamo lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato.

Riflettiamoci su anche in vista delle elezioni europee dell’8 e 9 giugno 2024. Se ve lo siete perso, andate a leggere un altro nostro articolo correlato qui.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Post correlati

Raccontatori

Ho capito perché li chiamano così, gli autori.Per etimologia, autore è colui che crea. Non ci avevo mai fatto caso. Scrittore, romanziere, novellista, saggista. Poeta,

Arte e umanità: un epilogo comune

Che ne sarà di questo quadro, di questo libro, di questa scultura? Qualcosa della sua essenza mi appartiene? E se le nostre sorti fossero intrecciate

I volti di Amore

È davvero possibile innamorarsi una seconda volta, o il treno dell’amore vero è destinato a passare una sola volta nella nostra vita? Una confessione a

Comunica il dolore, se riesci

L’ESTERNO: VEDO BENE DA LONTANO Da quando siamo bambini impariamo quanto l’unione faccia la forza e come il gioco di squadra sia il mezzo con

© All rights reserved PAROLAPERTA 2023