La diversitá fa davvero paura?

Di recente, è stata presentata da parte di Alessandro Morelli , giornalista e politico italiano, nonché ex-direttore di radio Padania, una proposta di legge che si propone come obbiettivo quello di mandare in radio più musica italiana e meno musica straniera. È un caso che questa iniziativa si sia presentata subito dopo la vittoria sanremese di Mamhood (Alessandro Mahmoud), che ricordiamo essere un cittadino italiano a tutti gli effetti nato e cresciuto a Milano. Nella misura in cui la musica è sempre stato uno dei principali mezzi di unione e condivisione, come possiamo pensare di poter fare sfoggio di un atteggiamento così arretrato nei confronti di qualcosa di così magico? Mai come oggi si assiste a quella che è la “contaminazione musicale” : molteplici artisti di diverse nazionalità , che lavorano su generi musicali quasi o totalmente differenti, si uniscono creando sinfonie destinate a scalare la vetta delle Hit Parade. Il duetto di Andrea Bocelli con Ed Sheeran, ad esempio , domina il primo posto nelle classifiche in USA e in UK. Il risultato non è da biasimare. Una sinfonia “perfetta”, un incontro naturalmente voluto fra la voce adulta e autoritaria e melodica del mitico Andrea Bocelli e quella giovanile frizzante di Ed Sheran. Raccogliamo in questi tempi, a seconda di quella che è la nostra volontà, i frutti del processo di scambio di culture, fusione delle usanze che ripone le radici in fenomeni antichissimi, la stessa arte greca uscì dal confronto con le culture dell’ Asia Minore, della Fenicia, della Siria, della Persia e della Mesopotamia del tutto rinnovata dando di conseguenza forma ad alcune delle più belle e significative opere alla cui vista ancora oggi milioni di persone rimangono fortemente mosse: “Il Laocoonte” che raggiunge livelli di pathos narrativo ineguagliabili, o la “Venere di Milo, divenuto dalla prima metà dell’800 uno dei massimi simboli di bellezza femminile. L’Italia stessa è oggi il risultato del passaggio di molteplici popolazioni che hanno lasciato il segno nell’architettura di diverse zone della penisola ma anche e addirittura nella cucina , la bellezza dell’ Italia è nella varietà che vi si può riscontrare , tutto rimanda alla frase “il mondo è bello perché è vario”. La globalizzazione è oggi mezzo di comunicazione fra i differenti Stati, superando confini e distanze , porta ognuno di noi nel posto in cui desideriamo essere. Tornando quindi alla drammaticità della questione di dover accettare che ci troviamo di fronte ad una forma di populismo tanto accentuata e diffusa da fare paura. I populisti, sfruttano le crepe della democrazia liberale nel momento in cui quest’ultima non riesce a mantenere le promesse dei cittadini. Proprio dare la voce al popolo, è l’obbiettivo che si pone questa thin-ideology composta da poche convinzioni di fondo. (Peter C. Baker , The Guardian). Un altro problema che affligge gli stati europei dalla caduta del muro di Berlino fino ad oggi, come afferma la filosofa Donatella Di Cesare , è il fatto che la Democrazia di uno Stato si ferma alla frontiera innalzando barriere fra quelli che sono i diritti umanitari e la sovranità statale. Il grande interrogativo è infatti : quali diritti far prevalere, quelli umani o dello Stato? La risposta, stando ai fatti appare cristallina: lo stato forte della sua identità nazionale, fa prevalere i propri diritti . Sempre secondo la Di Cesare, questo difendere fino allo sfinimento la sovranità dei cittadini riporterebbe ad uno sfondo quasi nazista. È fondamentale infatti comprendere che non siamo noi a decidere con chi coabitare, e questo servirà anche a ridurre il livello disumano di odio che è intorno a noi . Ecco perché , seguendo il corso e ricorso della storia oggi come allora dobbiamo essere aperti e disposti a farci CONTAMINARE e non vedere negli immigrati il capro espiatorio di tutti i problemi che affliggono il Paese. Davvero una canzone che contiene una frase in Arabo o due brani stranieri contro uno italiano, possono rovinarci e portarci all’immoralità di non tenere fede alla nostra cultura? Ci troviamo di fronte ad un bivio: seguire la propaganda di alcuni dei massimi rappresentanti europei che propongono la politica della paura, dell’odio, della chiusura e dell’arretratezza o , al contrario, seguire i consigli della storia, madre di tutte le popolazioni dall’origine del mondo fino ad oggi .

Di Maddalena Maria Vitti

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