Partendo da un punto la realtà si sviluppa in diverse dimensioni. La prima delinea la lunghezza, la seconda la larghezza e la terza la profondità. Ma pensare che queste solamente costituiscano il mondo è come credere che la vita sia solo una foto in bianco e nero, statica. C’è una quarta dimensione che l’uomo crede di conoscere: il tempo. È ciò che da movimento all’universo, ma per lo più viene frainteso. Alcune persone si avvicinano alla descrizione della sua reale natura, dicendo che il tempo non esiste; corretto come presupposto ma imprecisa come affermazione. Se il tempo non esistesse non potrebbe esistere la musica, 7 suoni che combinati in miriadi di modi diversi hanno permesso di comporre le infinite melodie che sono state scritte e che in futuro scriveranno. Se non ci fosse il tempo non esisterebbero le storie, le quali fanno intrinsecamente parte della natura dell’uomo, lo contraddistinguono e lo rendono tale, poiché quest’ultimo è un essere narrativo e vive di racconti. Ma vedere il tempo come noi lo vediamo è come credere di vedere un cubo guardando solamente una delle sei facce. In verità presente, passato e futuro coesistono nello stesso momento e la realtà che ora abbiamo davanti è solo una faccia di quel cubo. Chiaramente questo è solo un esempio, le facce del tempo non sono solo sei ma molte, mooolte di più. Immaginare il tempo come una linea che va da un punto A a un punto B è come tracciare una retta da nord a sud e credere che quello sia lo spazio. Esistono infinite direzioni che noi non consideriamo. Lasciamo scorrere il tempo come se fosse un treno su dei binari. Da sempre l’uomo desidera conoscere i segreti del viaggio nel tempo. Ma cari ragazzi miei, non serve nessun congegno strano. La mente, da sé, è già capace di un tale viaggio. I più utilizzano questa capacità per crogiolarsi nel passato o avere paura del futuro, ma esiste quella nobile fetta di persone che è ancora capace di desiderare. Non vanno creati, è importante sapere che noi non siamo autori dei nostri desideri. Succede qualcosa di straordinario quando nella mente c’è il giusto silenzio: quando sono presenti le condizioni perché accada, loro emergono da soli. Io ci vedo una sorta di destino in questo. Ma non fraintendetemi, non per questo significa che ci sia dovuto. c’è gente che ignora i propri desideri da così tanto tempo che si è dimenticato della loro esistenza. Questi sono come dei segnali stradali, e io sono ormai fermamente convinto che il motivo per cui esiste la tristezza è legato al fatto che nessuno segue più quelle indicazioni, e allora le persone si meravigliano di sentirsi smarrite. Per cui, il tempo è l’insieme di tutte le possibilità, di tutte le possibili storie che sono state scritte o che qualcuno avrebbe potuto scrivere e che forse si scriveranno, o o forse no. E l’unico vero scopo della vita è di farne esperienza, questo è il compito di ogni individuo. Non c’è nessun altro senso ultimo da ricercare, la vita è fine a se stessa.
Inchiodare il pubblico al silenzio: “Le Amarezze“, da Koltès a Adriatico
“La carne è incompatibile con la carità: l’orgasmo trasformerebbe un santo in lupo.” E. M. Cioran, “Sillogismi sull’amarezza”, 1952 Nell’attualità della cultura europea, ormai