È davvero possibile innamorarsi una seconda volta, o il treno dell’amore vero è destinato a passare una sola volta nella nostra vita?
Una confessione a cuore aperto di chi dall’amore si è fatto consumare ma non abbastanza da smettere di riprovare ad amare.
Inebriato dall’odore di un ricordo
Margherita io ti ho amata tanto, te lo giuro.
L’ho capito sin da subito sai,
L’ho capito quando si dimenava nelle mie tempie
La paura che avresti trovato, lì fuori, qualcuno migliore di me
Divorandomi il sonno, condannandomi a notti bianche traboccanti di pensieri assordanti,
Qualcuno a cui avresti regalato uno dei tuoi sospiri affannati, ne sento ancora il calore sul collo,
Uno degli ultimi, poco prima di consumare la notte, o ciò che ne rimaneva;
Qualcuno a cui avresti regalato il tuo connubio complesso di passione e amore contorto che ci rendeva appartenenti uno all’altra;
qualcuno lì fuori su cui ti saresti accasciata, stanca, consumata dalle tue paranoie, a cui avresti ceduto un pezzo di cuore proprio come hai fatto con me.
Ho smesso di amare Margherita,
eppure il ricordo del mio amore per lei mi inebria ancora le narici;
Ho smesso di amare Margherita,
ma non è detto che non riuscirò ad amare altri fiori.
Nella poesia parlo di un amore passato, abbondantemente assorbito – seppur con un goccio di nostalgia – ciò non nega però al protagonista di riprovare ad amare, un’altra volta, magari con un intensità maggiore, magari con un finale differente.
Credo che questo discorso sia ampiamente applicabile non solo in termine di tempo, ma anche di spazio.
Si possono vivere più situazioni d’amore contemporaneamente?
Con tutta onestà, la mia risposta è Sì.
Non me ne vogliate, non è mia intenzione negare l’immortalità di un amore, piuttosto riaffermarla, e porre attenzione sull’articolo indeterminativo che ho scelto di porre prima del soggetto della nostra questione.
Impegnati, figli della nostra cultura, a riconoscere ad Amore un unico volto, non siamo mai riusciti ad accorgerci di star prendendo parte ad una e una sola prospettiva dell’intero, perché Amore ha un milione di volti e in essi una moltitudine di espressioni, cangianti, sfuggenti, alle volte impercettibili, eppure uniche nella loro integrità.
Il nostro corpo, la nostra mente, si nutrono di connessioni sociali, frivole, durature, importanti o superficiali che siano, non importa, costituiscono lo scheletro della nostra più primitiva essenza.
A che cosa serve assoggettarsi all’idea di essere destinati a provarle una ed una sola volta nella nostra vita?
Lasciarsi attraversare da un colpo di fulmine, da un battito accelerato, inaspettato, ladro di una qualsiasi nostra facoltà di parola, non è una sensazione che bisogna presumere assoluta, irripetibile.
Lasciamo inondare da sciami di farfalle il nostro stomaco, lasciamo che ne buchi le pareti, magari dimenticando qualche ferita in giro, non necessariamente inguaribile;
Lasciamoci legare il dito ad uno o a mille fili rossi, senza il bisogno di definirli fantasie o desideri insani, ingigantendoli, rendendoli così cappio di noi stessi, che si spezzino e si rispezzino, che si intreccino tra di loro fino a consumarsi, perché davvero non importa.
Ciò che davvero importa è che invece possano scorrere liberi nelle nostre arterie ricordandoci ogni giorno, ad ogni nostro respiro, che siamo vivi.