Fare pace con la cannabis

Negli Stati Uniti, circa un anno fa, mediante referendum è stato legalizzato il consumo di cannabis nel New Jersey, Montana, Arizona, Mississippi e South Dakota. Diventano così 36 gli stati in cui la cannabis è legale. In Europa Spagna, Olanda, Repubblica Ceca, Germania e Francia consentono l’uso di cannabis, principalmente per fini medici. Nel mondo ci sono altri Paesi dove si è percorsa la strada della legalizzazione.

Guardando le statistiche è lampante come la percentuale di giovani adulti che per i più svariati motivi consumano cannabis (terapeutici o ricreativi) sia in aumento costante. Ciò che sappiamo è che milioni di persone di ogni tipo scelgono ragionevolmente e razionalmente di utilizzare la cannabis.

Consumo di cannabis tra gli adulti in Europa

Quindi, se così tanti adulti hanno preso questa decisione razionale, dov’è il problema? Perché abbiamo questa timorosa, complessa e conflittuale relazione con questa pianta antica?

Come siamo arrivati a questo punto? E dove potremmo arrivare da qui?

Quando pensiamo alla nostra relazione con la pianta di cannabis tendiamo ad avere la memoria corta. Molti di noi ricordano i cambiamenti culturali degli anni ’60, o qualcuno andrà persino indietro negli anni ’50, con la cultura jazz. Ma in realtà, se vogliamo pensare alla relazione tra gli esseri umani e la cannabis, dobbiamo andare molto più indietro; più precisamente in Asia centrale, circa 5000 anni fa. È da qui che vengono le stime più precise dei primi usi documentati da parte dell’uomo.

1890, Regina Vittoria

La cannabis ha una storia millenaria con l’umanità, basti pensare che solamente poco più di 100 anni fa la Regina Vittoria usava estratti di cannabis a scopi terapeutici.

Ma come ogni lunga relazione ci sono stati alti e bassi; gli esseri umani e la cannabis hanno “litigato” negli anni ’30 creando moltissimi falsi miti e malintesi. Dunque, da quando questo “litigio” ha avuto luogo tra noi umani e la cannabis, cos’è successo?
Sembra in realtà che quello che noi viviamo sia tutt’altro un periodo sfavorevole per la cannabis, non solo viene coltivata praticamente ovunque(indoor o outdoor) ma si è anche diversificata.
Il numero di varietà di cannabis è salito alle stelle nell’ultimo ventennio. Nei circa 80 anni da quando la gente ha dichiarato guerra alla cannabis, la pianta è migliorata diventando più grande e più forte.

Questa battaglia ci è costata cara, specialmente in risorse. Le stime più recenti dagli USA ci dicono che la proibizione della cannabis ci costa più di 40 miliardi di dollari l’anno: 10 miliardi per l’applicazione della legge e 30 miliardi di mancati introiti(dati USA) e possiamo pensare che la situazione sia simile anche qui in Europa. Ma il costo non è stato solo economico, questa battaglia ci è costata cara in termini di sofferenza e miseria umana. Innumerevoli famiglie sono state distrutte dal crimine e dalle incarcerazioni, e molte di queste provengono da alcune delle nostre comunità più vulnerabili.
Per di più, fino a poco tempo fa, siamo stati privati di una medicina sicura ed efficiente. I veri perdenti di questa battaglia siamo stati proprio noi.

Allora, cosa accadrebbe se facessimo pace con la cannabis? Da uno studio condotto su un campione di più di 600 consumatori di cannabis medica. Queste persone presentano malattie molto gravi(cancro, AIDS, sclerosi multipla) che giustificano l’uso di cannabis a scopi terapeutici. Ciò che i ricercatori hanno notato è che, oltre a curare le diverse problematiche di queste malattie, le persone usavano la cannabis per tre motivi principali: per dormire, per ridurre il dolore, per alleviare l’ansia.
Molti di noi cercano una cura per queste cose, e i nostri armadietti delle medicine sono pieni di prodotti farmaceutici che sono creati per trattare questi sintomi. Questa pianta invece, permette ai malati, in modo naturale, di essere più attivi nonostante la malattia e aiuta la maggior parte di loro a pensare meno al dolore.

Pochi decenni fa alcuni neuroscienziati scoprirono che abbiamo un sistema nel nostro cervello e nel nostro corpo che è unicamente programmato per interagire con la cannabis(e con i suoi derivati), esso prende il nome di sistema endocannabinoide. Esso interagisce direttamente con l’amigdala, la parte del cervello che gestisce l’ansia, la paura e le emozioni legate a essa. L’attività della cannabis nell’amigdala rivela possibilità molto interessanti.
Spendiamo miliardi di miliardi di dollari ogni anno per i farmaci ansiolitici, ma le medicine attualmente in commercio presentano diverse problematiche.

Uno studio della University of British Columbia condotto da Kim Crosby sull’ansia e sul benessere psicologico degli studenti universitari ha rivelato come, sorprendentemente per alcuni, i consumatori abituali di cannabis(>2 a settimana) nello studio manifestavano meno ansia rispetto ai non consumatori, ed erano anche meno sensibili alla loro condizione d’ansia. Sappiamo bene come lo stress e l’ansia possano influire negativamente sulla salute mentale e fisica.

Forse, se potessimo fare pace con la cannabis, per alcune persone diventerebbe più facile fare un passo verso la pacificazione personale. Se potessimo iniziare a vedere la cannabis come uno strumento che assista la nostra salute mentale, cosa comporterebbe tutto ciò? Non abbiamo ancora una risposta chiara, gli studi migliori non sono ancora stati condotti poiché i governi hanno eretto delle barriere, bloccando anche la ricerca scientifica.

Fortunatamente tutto ciò sta cambiando, la cannabis è solo una delle tante piante medicinali con cui possiamo “fare pace” e che potrebbero contribuire al nostro benessere, ma ne riparleremo nei prossimi articoli. In senso più ampio ciò potrebbe significare che nel futuro potremmo avere accesso a quelle stesse cure che i nostri antenati usarono per millenni efficacemente. Giardini e serre diventerebbero le nuove farmacie riducendo l’enorme impatto ambientale della produzione e dello smaltimento di tonnellate di prodotti farmaceutici nel suolo e nell’acqua.
La speranza è un futuro dove queste discussioni saranno affrontante sui fatti ed esperienze dirette, piuttosto che leggende e falsi miti.

Ci vediamo al prossimo articolo!

un gran bel cimone per concludere, ciao Giovanardi 😉

“Marijuana will be legal some day, because the many law students who now smoke pot will some day become Congressmen and legalize it in order to protect themselves.

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