L’importanza e il lavoro dell’UE sulla transizione ecologica e la tutela del verde in Europa
’Unione Europea non è un’entità politica astratta e lontana ma il regista di quello che noi definiamo ‘’vita quotidiana’’.
Dal 1951 l’Italia fa parte di questa sorta di ‘’Grande Fratello’’ composto dai nostri rappresentanti.
L’obiettivo dell’UE è canalizzare i Paesi membri verso una direzione comune, allo scopo di tendere verso un progresso tecnologico, sociale e culturale comune per gli Stati.
Tale direzione comune è ovviamente scelta democraticamente dai rappresentanti di ogni Stato membro ed il loro lavoro è quindi più importante di quello che potremmo credere.
Agricoltura e natura sono state materie oggetto di discussione in questi mesi all’interno delle istituzioni UE e con gli Stati membri.
Le prossime elezioni saranno decisive in merito alla prosecuzione dei lavori relativi alla ‘’green sostenibility’’ in merito a questi temi.
Qual è la situazione all’interno dell’UE in merito?
Politica Agricola Comune (PAC) e la rivolta dei trattori
Ricordiamo tutti le immagini di qualche mese fa di diverse piazze europee invase da migliaia di agricoltori, ma contro chi stavano protestando?
Chiariamo innanzitutto che ci sono diversi obiettivi per la PAC:
– Raggiungere la neutralità climatica entro il 2050
– Dimezzare l’uso dei pesticidi in agricoltura entro il 2030.
Obiettivi sicuramente più che validi ed improntati ad una ricerca sempre maggiore di una sostenibilità che però non combacia con le esigenze degli agricoltori.
Questi lamentano, tra le altre, procedure troppo complesse e mancanza di aiuti economici per mettere in atto questa transizione.
Le prossime elezioni saranno quindi decisive per capire il futuro degli obiettivi della PAC 2023-2027.
Quello che i tanti agricoltori europei richiedono è un maggiore coinvolgimento nelle politiche agricole che l’Unione intende realizzare.
‘’Nature Restoration Law’’, una delle misure giuridiche più ambiziose della storia dell’UE
La legge sul ‘’ripristino della natura’’ pone obiettivi difficilmente non condivisibili, almeno in astratto:
- Ripristino del 20% di tutte le aree naturali e paesaggistiche europee entro il 2030 che dovrà diventare il 100% entro il 2050;
- Riduzione del 50% nell’utilizzo dei pesticidi entro il 2030 per salvare gli impollinatori;
- Non perdere gli spazi urbani già esistenti nella prospettiva di avere almeno il 10% della superficie urbana a verde
Una misura ambiziosa che poteva rappresentare il primo passo verso una definitiva transazione ecologica.
Tuttavia ad un passo dal voto finale gran parte degli Stati, tra i quali anche l’Italia, hanno deciso di fare un passo indietro.
Le ragioni ufficiali sono legate ad una scarsa fiducia verso questa legge che, seppur ‘’animata da intenzioni virtuose’’, propone obiettivi economicamente insostenibili.
E’ innegabile che l’approvazione della Nature Restoration Law andrebbe in netta collisione nei confronti dell’ideologia capitalista.
La prospettiva di tutelare una ricchezza reale come la natura non può prendere il sopravvento sulla tutela di quella monetaria.
Perché è cosi importante scegliere, bene, come agire nelle prossime elezioni?
Non possiamo considerare le elezioni UE come dei meri check-point usati dalla politica nazionale per evidenziare il consenso popolare.
Sentiamo spesso parlare di come la Terra si ribelli, spesso dopo catastrofi generate dall’intervento dell’uomo sugli spazi naturali.
Non è tempo di slogan o di proposte utopiche, è tempo di pensare e di fare concretamente.
Anche per questo l’elezione dei prossimi membri delle istituzioni dell’Unione rappresenta una scelta di assoluto valore.