Dune 2 e cosa saprà raccontarci

Nello scorso articolo ho parlato di Dune di Denis Villeneuve e di quanto la sua opera possa costituire un punto di riferimento importante.
Eppure, sebbene farsi una chiacchierata strettamente incentrata sul cinema e ricostruire un resoconto sulle difficoltà storiche che gli sceneggiatori hanno incontrato nel portare il romanzo di Frank Herbert sul grande schermo, possa essere interessante ed utile, non ritengo comunque che sia nascosta lì la chiave per il futuro. Già, perché l’annuncio di Dune 2 è arrivato (telefonato e prevedibile, ma non è un problema, anzi) e quindi possiamo cominciare a parlare con maggiori certezze. La fedeltà all’opera originale fino ad ora è stata massima (salvo alcuni tagli non troppo influenti), pertanto senza fare spoiler sul romanzo (ma sul primo film sì) mi piacerebbe cominciare ad accennare ai temi che verranno sviscerati prossimamente e al perché questi temi risultino ancora attuali ed accattivanti.

Il nostro protagonista, Paul Atreides, ha su di sé il peso delle profezie. Contemporaneamente in lui potrebbero concretizzarsi due figure: il Kwisatz Haderach e il Lisan-Al-Gaib. Entrambi i termini indicano una figura messianica: il primo appartiene alle credenze della sorellanza del Bene Gesserit, il secondo a quelle del popolo Fremen. A prescindere dal reale ruolo che assumerà il figlio del Duca Leto, il ragazzo sta attraversando con riluttanza il suo cammino verso il destino nefasto che vede nelle sue visioni. Obiettivo di Paul sarà quello, probabilmente, di evitare tanta parte della negatività che vede. Tra tutte le visioni, quella che lo ha maggiormente colpito annuncia la jihad in suo nome nell’intero l’universo.

Nel finale del primo capitolo, Paul è costretto ad uccidere il Fremen Jamis in un duello rituale. La prima volta che il protagonista termina un’altra vita. La reazione che segue il gesto conferma quanto abbiamo pienamente imparato: Paul è buono. O meglio: di base, per ora, lo è. Come tutti, forse, mi piace pensare: é la nostra vita, poi, che ci porta a svilupparci e a comprendere meglio la realtà che ci circonda. E se il suo ruolo di Kwisatz Haderach, “colui che può essere in molti posti contemporaneamente”, è vero, Paul comprenderà più di chiunque altro la vita stessa.

Per quello di Lisan-Al-Gaib, invece, il percorso è ancora lungo e tortuoso. Farsi accettare dalla comunità Fremen è difficile e l’ostilità è palpabile. Eppure, molti sono convinti che il ragazzo si dimostrerà degno della leggenda.
Il viaggio di Paul nella società Fremen e nella scoperta del suo futuro non è l’unico punto d’interesse, sebbene sia probabilmente il più grande: Lady Jessica, sua madre, ha ancora tanto da raccontare. La concubina del compianto duca, incinta della loro secondogenita, dovrà trovare anch’essa il suo ruolo nella nuova comunità di cui fa parte. Lei che un ruolo nel Bene Gesserit se l’è già parzialmente giocato, disobbedendo agli ordini e donando a Leto, che amava davvero, un figlio maschio suo erede. Inquadrare Jessica non è facile: è un personaggio estremamente sfumato e grigio, una madre amorevole ma al tempo stesso la causa del destino che il figlio non vuole accettare. L’unica certezza è quella di una donna forte e poco arrendevole, caratteristiche che le saranno fondamentali nel futuro.
Della casa Harkonnen invece cosa si può dire? Tutto sommato, poco. Il Barone Vladimir è semplicemente malefico e, sopravvissuto all’attentato del duca Atreides, continuerà a manovrare il nipote Glossu Rabban per produrre spezia e sterminare i Fremen. Gli antagonisti, tra cui l’Imperatore Shaddam IV, devono ancora mostrarsi, sia in senso letterale (alcuni personaggi fondamentali non sono ancora apparsi), che per quanto riguarda l’analisi della loro interiorità.

In attesa dell’uscita di Dune 2 nelle sale, queste sono le considerazioni spoiler free che volevo offrirvi.
Il secondo capitolo, con buone probabilità, chiuderà quanto narrato nel primo romanzo del ciclo. Nel prossimo articolo, che spero di far uscire con poca distanza da questo, andrò ad affrontare altri temi, ancora più sostanziosi, riguardo un’ipotetica copertura cinematografica dei successivi romanzi.

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