Come fumarsi la sindrome dell’impostore

Circa un mese fa, sul nostro blog è stato pubblicato un articolo sulla sindrome dell’impostore (clicca qui per leggerlo), questione -secondo me- più che comune a molti di noi. Io stesso ho avuto a che farci e mi sono prodigato per comprenderla e superarla;
per questo voglio lanciare un salvagente a tutti quelli che non riescono a uscire da queste acque.


E’ proprio il sistema scolastico italiano, a mio parere, che ci ha formati a sentirci degli impostori: tutti avevamo quella professoressa che metteva voti alti anche se della materia non ne capivamo niente, eppure felici e beati ci sentivamo fortunati… Ma era solo un lato della medaglia, che nei giorni bui poteva girarsi e rivelarci il volto dell’IMPOSTORE!

Come vedete non è difficile, ma occorre essere costanti, agire con volontà su quella piccola vocina
che abbiamo nella testa che ci impedisce di splendere come vogliamo


Ad ogni modo, a tutto c’è rimedio e anche questo non è altro che un gioco subdolo della nostra mente che si abitua a
dei pattern che a lungo andare non sono più convenienti e vanno adeguati. Non siamo impostori, ci stiamo solo
trasformando.


Ora, adesso, seduti e leggete, che sto provando a darvi una mano, con un qualcosa che aiuta tanto anche me.


Fondamentalmente il presunto impostore si muove su due poli estremi: alle volte si sente completamente fuori luogo
e ha paura di essere scoperto, altre si sente il re del mondo: nulla, ormai potrà farlo cadere.
Ecco, quello che consiglio è una pratica da attuare immediatamente dopo che la sindrome (i brutti o bei pensieri) si
presentano: giocare con il futuro e con il passato in base al momento emotivo, fino a raggiungere un equilibrio in cui riuscite a mettervi di nuovo all’opera.


Per il primo tipo:
magari è una giornata in cui vi sentite particolarmente stanchi, ponete la mente a tutte le cose che dovete ancora
fare e vi sentite svuotati, vorreste solo nascondervi; l’energia viene meno, avete paura di fare brutte figure, di non
essere abbastanza per raggiungere i vostri obiettivi e di essere beccati per l’impostore che siete.
In questa situazione sforzatevi di guardare al passato, mettendo in fila tutto ciò che avete fatto per arrivare lì dove
siete! Osservate la strada che avete percorso e vi sentirete rigenerati, vi ricorderete che non avete scalato la
montagna in un giorno ma, a piccoli passi e che l’obiettivo sembra lontano ma è più vicino di quello che si pensi.


Per il secondo tipo:
magari è una giornata in cui vi siete alzati spavaldi, troppo sicuri di voi, non lo sai ancora, ma state sottovalutando
quello che avrete da fare, credete di essere più bravi di ciò che siete e che ormai l’obiettivo sia centrato. Sono i giorni
in cui la nuvola di hybris, come quella di fantozzi, ci segue ma non ce ne accorgiamo. In questi giorni probabilmente
abbiamo la tendenza ad ammirare il passato.
Per sfuggire a questo killer positivo, che altro non è che lo stato emotivo contrario al primo e necessario perchè la
sindrome dell’impostore si palesi, proiettatevi nel futuro: ricordatevi quanta strada ancora c’è da fare, pensate a tutti i possibili imprevisti e incidenti di percorso, tornate con i piedi per terra, osservate i pericoli ancora da affrontare e mantenetevi umili!


Questo è quanto. Come vedete non è difficile, ma occorre essere costanti, agire con volontà su quella piccola vocina
che abbiamo nella testa che ci impedisce di splendere come vogliamo. Quella vocina ci vuole bene, sta lì a segnalarci che c’è uno scompenso, e vuole ricondurci verso l’equilibrio.

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