Al Sud il turismo non basta

Quante volte abbiamo sentito tra i tavoli dei bar, sulle panchine nei parchi, nelle piazze e purtroppo anche in tanti comizi e interviste di politici che il turismo è la vera fortuna e il motore economico del sud Italia, la soluzione ai numerosi problemi strutturali di una vasta area sempre più socialmente fragile, industrialmente quasi desertificata, destinata allo spopolamento e sempre più in mano a criminalità e violenza. È difficile credere che il settore turistico con i suoi stipendi bassi, lavoratori sfruttati e poco qualificati, il sempre più dannoso impatto ambientale e sociale sui territori e la qualità della vita degli abitanti possa arginare totalmente il declino del meridione. Non sono le futili lamentele di uno dei tanti studenti meridionali fuorisede, ma chiare perplessità di affermati economisti e politologi critici verso una politica industriale basata sul turismo. È buffo come dei trasporti e delle infrastrutture che collegano il resto d’Italia con le regioni meridionali si parli solo durante le vacanze estive, ma durante l’inverno invece non interessa a nessuno se il viaggio da Roma a Milano in treno è sempre più breve mentre il tragitto Roma Lecce a parità di kilometri dura più del doppio con ritardi inclusi nel biglietto. Come si fa a integrare l’arretrato sud con l’Europa se a malapena riusciamo a raggiunge la capitale del nostro paese? Per non parlare delle università meridionali, atenei con grandi potenzialità in ogni branca del sapere, ma con scarsi mezzi, strutture, investimenti, poca internazionalità e attrattiva. Sarebbe fondamentale sfruttare le capacità di questi enti per promuovere lo spirito imprenditoriale tra gli studenti e fondare start up ad alto potenziale scientifico, tecnologico e digitale , in modo da creare un sistema produttivo innovativo all’interno delle piccole città del sud per contrastare l’immigrazione di giovani talenti verso il nord Italia e l’estero.

Ogni cittadino italiano secondo la Costituzione ha pari diritti, ma finché non si avranno le stesse opportunità di studio, sanità, lavoro, formazione e mobilità questa parità rimarrà solo un buon proposito dei padri costituenti impresso sulla carta, ma non nella vita dei cittadini meridionali. Questa critica non è rivolta solo al potere centrale, ma soprattutto alla classe locale di politici, dirigenti pubblici e imprenditori, molto spesso impreparati e con una visione limitata delle potenzialità territoriali, senza contare i vari e vergognosi casi di corruzione e infiltrazione criminale nelle istituzioni pubbliche locali. I fondi per lo sviluppo economico che ci vengono forniti da Roma e Bruxelles non avranno effetti positivi se amministrati da figure inadatte alla gestione del denaro pubblico. La classe dirigente passata ha fallito, però forse i suoi figli sparsi per l’Italia ed il mondo dopo tanto studio ed esperienza potranno tornare e fare qualcosa per impedire il fallimento o almeno ci proveranno , rimango un inguaribile ottimista e la speranza per me rimane immortale. Un’ ultima critica la rivolgo proprio a tutti noi cittadini meridionali, giovani, anziani e di ogni fazione politica nella nostra funzione di elettori. Siamo noi stessi per primi a dover pretendere dagli amministratori locali interventi strategici per contrastare le tante problematiche che affliggono il meridione, dalla disoccupazione giovanile al fenomeno dei neet, dalla violenza tra i ragazzi per le strade all’abbandono scolastico, dalle condizioni di lavoro delle donne alla qualità delle strutture sanitarie. Durante le elezioni locali non ci lasciamo distrarre da argomenti importanti per carità, ma obiettivamente meno d’impatto per il futuro delle nostre città, non è parlando di parcheggi e piste ciclabili che affronteremo i numerosi ostacoli per un’italia più coesa ed equa con ogni suo abitante, da Bolzano a Siracusa, da Torino a Catanzaro, tutti gli italiani meritano il meglio possibile per realizzarsi nella società. Mi piacerebbe vedere un Sud Italia dove la stabilità economica è raggiungibile per chiunque lo meriti tramite lo studio e il lavoro onesto, dove non è obbligatorio rimanere, ma è possibile tornare e vivere bene. Non mi rassegnerò mai all’idea di un meridione che tira avanti grazie all’assistenzialismo dello stato o della criminalità organizzata, non dobbiamo rassegnarci al vedere solo alberghi, B&B, ristoranti e discoteche . Attenzione! Benvenga il turismo e il suo indotto sia chiaro, ma finché i lauti guadagni rimarranno nelle tasche di pochi potenti non si potrà mai parlare di crescita e benessere per tutti. Siamo la terra natia di brillanti giovani menti che ogni anno salgono sui treni diretti verso nord, futuri ingegneri, scienziati, imprenditori e artisti che faranno grandi cose. Non ci lasciamo cancellare dal futuro, ma andiamo a prendercelo e alle nostre condizioni.

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