Krinkov: storia di un’icona

Nel 1979 l’Esercito Sovietico invase l’Afghanistan fornendo appoggio militare alla Repubblica Democratica dell’Afghanistan. La Repubblica era sorta a seguito di un colpo di Stato per mano del Partito Democratico Popolare d’Afghanistan. Il presidente Daud, malvisto a causa della sua politica di repressione e del suo nazionalismo Pashtun, era stato deposto. Il nuovo presidente Amin promosse una politica progressista nell’intento di modernizzare il paese, incontrando però la contrarietà di molti esponenti delle fazioni più conservatrici. Qualunque tipo di ribellione al governo veniva brutalmente repressa, indebolendo progressivamente lo Stato. A seguito della rivoluzione islamica in Iran nello stesso anno, il segretario del PCUS Leonid Breznev cominciò a temere che l’estremismo islamico potesse diffondersi nei paesi limitrofi facendo perdere influenza all’URSS.

Il 25 Dicembre le truppe sovietiche invasero l’Afghanistan ed uccisero il presidente Amin, mettendo al suo posto il più moderato Karmal. I ribelli furono costretti a nascondersi sulle montagne, e l’ateismo dell’invasore sovietico contribuì alla convinzione dei dissidenti che la loro fosse una Jihad, una guerra santa. Nacquero così i Mujahideen.

La guerra santa attirò molti finanziatori e combattenti dall’estero. Uno fra tutti fu Osama Bin Laden.Figlio di un miliardario saudita e laureato in ingegneria civile, Bin Laden era un fervente islamico e, come molti, sentì la “chiamata della jihad” proprio durante la guerra in Afghanistan. Sostenne i mujahideen dapprima con la sua esperienza di ingegnere per poi diventare una delle figure di spicco del gruppo, fondando nel 1988 il movimento islamista denominato Al-Qaeda.

Osama è il primo protagonista della nostra storia. Ecco il secondo.

Nel 1974 l’Esercito Sovietico adottò il fucile AK-74, una variante del Kalashnikov che differisce dall’AK-47 nel calibro. Nel 1977 entra in servizio una variante dell’AK- 74 denominata AKS-74U, con canna corta e calcio pieghevole, progettata per addetti ai lanciarazzi, carristi, radiofonisti, piloti (ai quali un fucile di lunghezza standard sarebbe stato d’impiccio).

Lo status leggendario dell’ AKS-74U deriva da chi lo utilizzava: per un Mujahideen era simbolo di prestigio mostrarlo ai suoi compagni, in quanto l’unico modo per ottenere un AKS-74U era abbattere un mezzo sovietico con un lanciamissili (magari fornito dagli americani).Ed allora quel fucile assume un’aura mistica, eroica, e con la diffusione del mito nascono numerosi nomignoli: Suka (prostituta) per i Russi, Krinkov/ Shrinkov per gli Afghani.Bin Laden, abile comunicatore, intuì la potenza suggestiva dell’immagine: iniziò a portare un Krinkov con sé ovunque (lo si vede molto spesso nelle foto e nelle riprese video del fondatore di Al Qaeda).

L’AKS-74U piacque a tutti. E così gli abilissimi armaioli Pashtun, insediati tra Afghanistan e Pakistan, iniziarono a fabbricare copie, di qualità variabile, del fucile.L’AKS-74U Krinkov è ancora oggi un simbolo di potere in Oriente e, nonostante si sia dimostrato inutile nei combattimenti a lunga distanza sulle montagne del Kandahar, rimane un oggetto “iconico” sia in Oriente che in Occidente.

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