Fragilità maschile

Mi è capitato di leggere sui social i messaggi che Filippo Turetta inviava con insistenza soffocante a Giulia Cecchettin. Sono certo che quelle chat pesanti come macigni non siano esclusive del telefono di Turetta, esistono migliaia di ragazzi così, figli di una futura generazione di uomini che non possiamo più permetterci.Leggendo i messaggi dell’assassino ho percepito quella costante paura di essere abbandonato, come se si fosse consapevoli di essere destinati a quella solitudine che molti uomini temono a morte. Il bisogno incessante di conferme da parte dell’amata è solo un illusorio conforto a quel frenetico dubbio che scricchiola nella testa giorno dopo giorno. Ma perché tutto questo caos mentale? Perché esistono molti ragazzi convinti di non essere degni di amore, di affetto, di passione e quando dopo tante porte in faccia incontrano un’anima affine a loro inizia l’inesorabile sopravvivenza al temporale dell’insicurezza. La paura porta all’ossessione e l’ossessione trasforma l’amore in un gioco malato di dolore e frustrazione per entrambi i partner. Non pensate a tutti i ragazzi, ma a quelli più insicuri, che non rientrano nei tipici canoni estetici e comportamentali del giorno d’oggi.
Per chi si sente da sempre un pesce fuor d’acqua e una timida ombra degli altri non è immaginabile di esser amati anche per i propri difetti e fragilità.
Questi ragazzi sono figli di una cultura antiquata che vede la donna come uno strumento di legittimazione verso gli altri uomini, una cultura dove il valore personale si basa solo sulla virilità esternata. In Filippo Turetta ho letto la frustrazione malata di un animo fragile con addosso una pressione ossessiva.
Finché non si cambierà la visione della relazione sentimentale come status sociale per la piena realizzazione della figura maschile non potremo mai migliorare la situazione.
Finché non si spiegherà che l’amore non è la gabbia che rinchiude, ma la mano che libera l’altro, tanti ragazzi renderanno le loro fidanzate vittime di una gelosia tossica. Non credo che si possa insegnare a qualcuno come si ama o come farsi amare, ma penso che si possa imparare ad avere rispetto degli altri, dei loro spazi e sentimenti e già questo sarebbe una conquista.
La futura generazione di uomini affronterà ostacoli che i loro padri non hanno incontrato, tante certezze consolidate andranno in frantumi irrimediabilmente . Come saremo noi futuri compagni, mariti e padri del futuro? Cadremo negli stessi errori dei nostri predecessori? Forse reduci da più esperienza sapremo dare ascolto ai nostri figli, non avremo paura di essere deboli e di farlo vedere, impegniamoci a lasciare ai nostri figli la virtù della trasparenza e la capacità di ascoltare.

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