Dalla Cultura all’Iper-Distrazione: La Guerra per il Tuo Tempo


Ti sei mai chiesto perché non riesci a stare concentrato su un libro per più di dieci minuti
senza controllare il telefono? Non è solo questione di mancanza di tempo: è una lotta
interna, una guerra che ti sta lentamente anestetizzando.


Mi ricordo un periodo in cui non riuscivo a guardare un film senza fare altro
contemporaneamente. Leggevo il cellulare, controllavo notifiche e rispondevo a email – tutto mentre il film scorreva in background, come una sorta di rumore bianco “di lusso”. La mia attenzione era come uno schermo crepato: impossibile da riparare.
Poi ho provato un esperimento. Un giorno, ho messo il telefono in modalità aereo e mi sono
seduto a leggere I Fratelli Karamazov. Niente distrazioni. Dopo i primi quindici minuti di puro panico – sì, perché la disconnessione provoca ansia fisica – ho iniziato a sentire la mia
mente calmarsi. Il mondo si è rallentato. Era come riprendere fiato dopo un lungo apnea. E
questo non è solo un caso isolato: è un sintomo di come ci stiamo disabituando a un’arte,
quella della lentezza.

La Cultura Come Fast Food


Il problema è che ci hanno ingozzato di “junk culture”, come fosse il McDonald’s delle idee.
Sì, puoi scorrere tra migliaia di articoli, reel e post ogni giorno, ma quando è stata l’ultima
volta che uno di questi ti ha davvero nutrito? Siamo passati dal leggere Tolstoj al leggere
meme e dallo scoprire Kafka al condividere citazioni motivazionali di sconosciuti su
Instagram. Per non parlare della musica: l’intero album è morto, sostituito da canzoni
frammentate che ci scorrono addosso come pubblicità di shampoo.
E il punto è proprio questo: non è solo che preferiamo cose facili, è che siamo addestrati a
volerle. Il mondo ti ha trasformato in un consumatore compulsivo. E la verità è che, con ogni scroll, perdi un pezzo di te stesso.


Come Rompere il Circolo Vizioso
Ecco qualche passo provocatorio e reale per ribaltare la situazione:

  1. Smetti di Essere Disponibile H24: Vuoi ribellarti davvero? Fai qualcosa di
    “radicale”: spegni le notifiche, per sempre. Non lo farai, lo so, ma pensaci almeno.
    Smetti di permettere che chiunque possa entrare nel tuo tempo in qualunque
    momento. Sei tu che scegli il momento di risposta, non le tue app.
  2. Investi in Arte che Fa Male: Scegli libri, film o musica che non ti danno
    gratificazione immediata. Ti fa male leggere Joyce? Perfetto! Ti senti stupido a
    guardare Tarkovskij? Anche meglio! L’arte deve costringerti a stare scomodo, a
    pensare, non a farti sentire un genio compiaciuto.
  3. Provocati con Lentezza: La prossima volta che ascolti un album, fallo senza fare
    altro. Spegni la luce. Mettiti le cuffie. Ascolta. Se non riesci a fare solo quello, vuol
    dire che sei già drogato di distrazione.
  4. Crea i Tuoi Spazi di Resistenza: Trova momenti e luoghi dove “la cultura
    spazzatura” non può entrare. Uno spazio sacro, come una sorta di “chiesa culturale”.
  5. Può essere un angolo della casa, o una routine. Ogni mattina, mezz’ora senza
  6. schermi, senza input esterni. Soltanto te e un’idea.
  7. Usa il Fast Food con Consapevolezza: Non è che devi odiare i social media.
    Goditeli per quello che sono: un dessert, non il piatto principale. Se ogni tanto ti fai
    una scorpacciata di TikTok, va bene. Ma fai in modo che non diventi una dieta
    completa.

Uccidi il Distrattore che è in Te


Alla fine, riconquistare la cultura è una questione di riappropriarsi del proprio tempo e della
propria mente. E tu, sei disposto a disconnetterti da tutto il “rumore bianco” e a trovarti faccia a faccia con te stesso? La verità è che la distrazione non è solo un male tecnologico: è una fuga. Ci rifugiamo nella distrazione perché siamo terrorizzati dall’idea di stare soli con i nostri pensieri.
Allora, provaci: fermati, chiudi lo schermo e resta con te stesso per dieci minuti. Se non
riesci a farlo, forse non è l’arte che manca: è te stesso.

PROPOSTA PER UN… Detox Culturale: Un Programma di 7 Giorni per
Disintossicare la Mente


Se davvero vuoi tornare a percepire il valore dell’arte e non essere vittima del
bombardamento di stimoli, prova questo detox culturale di 7 giorni. Sarà doloroso all’inizio
(sembra di fare un salto nel vuoto), ma ti garantisco che alla fine ti sentirai rigenerato.


Giorno 1: Spegnere le Notifiche


● Comincia con il distacco. Disattiva tutte le notifiche, tranne quelle essenziali. Nessun
“ping” o “ding” ti deve interrompere per l’intera giornata. Scegli tu quando controllare
il mondo esterno.


Giorno 2: Blocca lo Scorrimento Infinito


● Limita l’uso di social media a 30 minuti totali. E soprattutto, usa le piattaforme con
intenzionalità: cerca attivamente contenuti culturali o artistici, non rimanere
intrappolato nel flusso.


Giorno 3: Arte Senza Distrazioni

● Ascolta un intero album senza fare altro. Lascia che la musica ti avvolga, senza
interruzioni. Non scorrere altri contenuti mentre lo fai.

Giorno 4: Ritorno al Classico


● Prendi un libro vero, qualcosa di impegnativo, e immergiti per almeno un’ora. Niente
di facile o troppo moderno. Deve essere un testo che richiede lentezza.


Giorno 5: Creazione, Non Consumo
● Dedica una giornata a creare qualcosa: scrivi, disegna, compila un puzzle, cucina
senza seguire una ricetta. Fallo per il gusto di farlo, senza pensare al risultato finale.


Giorno 6: Immersione in Natura
● Esci per un’ora senza nessun dispositivo elettronico. Lascia che i tuoi sensi si
riabituino al silenzio. Cammina, siediti, guarda gli alberi. Cosa noti che non avevi mai
notato prima?


Giorno 7: Confronto Critico
● Guarda un film d’autore, qualcosa di impegnativo, e poi scrivi le tue impressioni.
Evita i blockbuster. Cerca qualcosa che ti sfidi e ti faccia pensare: “Che diavolo ho
appena visto?”

In un mondo che ci spinge a evitare ogni disagio, è proprio l’arte che ci mette a disagio a
ricordarci che siamo vivi. Non è fatta per confortare, ma per svegliare. Quindi, se vuoi
riscoprire la cultura, cerca ciò che ti scuote e ti costringe a fermarti, a riflettere, a sentire.
Non evitare l’arte che fa male, perché è lì, nelle crepe che lascia, che avviene la vera
trasformazione. Forse è proprio nel dolore che ci aspetta una nuova consapevolezza.

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