L’orizzonte della notte – Gianrico Carofiglio

2024, Einaudi, 288 pagine, Legal thriller, thriller politico

Con la delicatezza che lo contraddistingue, Gianrico Carofiglio ci accompagna in nuovi sentieri dell’intimità. Ne “L’orizzonte della notte” ritroviamo per la terza volta il suo personaggio, l’avvocato Guido Guerrieri, e sentiamo di conoscerlo: le sue divagazioni quasi si fondono alle nostre, e viceversa. In quest’opera, l’avvocato è alle prese con un’inattesa sfida giudiziaria, nonché con le debolezze e le inquietudini che, invecchiando, si fanno strada nei nostri spiriti.

Un conoscente (Ottavio, proprietario dell’Osteria del Caffellatte) contatta l’avvocato Guerrieri in evidente stato confusionale: non è lui a essere nei guai, bensì una sua amica la quale, con una fermezza e lucidità incomprensibili, dichiara di aver appena ucciso un uomo.

Lungo la storia, c’è spazio per spunti di riflessione – una prerogativa di Carofiglio – il quale ci presenta con amichevole leggerezza i retroscena della giustizia italiana. Tra i tanti dilemmi, si affronta per esempio la questione dei decreti di fermo dell’indiziato per “pericolo di fuga”: tale decreto, secondo la legge, non andrebbe stabilito esclusivamente in base alla gravità del reato, quanto desunto da circostanze ed elementi concreti, oltre che dal rischio di reiterazione criminale. Ciascun caso ha le sue peculiarità e la giurisprudenza non deve scordarselo.

Di contorno, il lettore accompagna Guido Guerrieri alle sue sedute con lo psichiatra, avendo l’occasione di approcciarsi al pensiero di Carl Gustav Jung. Il pensiero junghiano, frutto di uno psicanalista svizzero, sostiene come la personalità dell’uomo sia plasmata dal proprio passato, ma anche dalle specifiche aspirazioni per il futuro.

Questo racconto ben si adatta agli amanti del giallo, ma ancora di più ai meno avvezzi al thriller, soprattutto se attenti alle dinamiche di fondo, quelle che smuovono l’umano e ne svelano le innumerevoli sfumature…

“Il grigio, più di ogni altro colore, ci dà la possibilità di riflettere su ciò che è nascosto sotto la superficie delle cose”.

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