A cura di Chiara Trio e Lorenzo Caricato
Una copertina rossa: nessuna scritta, nessuna immagine. Così si presenta L’amore, il secondo album di Madame, pubblicato il 31 marzo per Sugar e che racconta il sentimento più antico del mondo, senza, però, spiegarlo davvero.
In un’intervista rilasciata a Rolling Stone, Francesca – vero nome della cantante Madame – ha dichiarato che questo non è un disco che va attraversato razionalmente, nel tentativo di capirlo; allora, sospendiamo l’esercizio della mente e ascoltandolo, abbiamo la percezione che una ragazza della nostra età abbia parlato di amore come se nessuno mai, nella storia della musica e della letteratura, lo avesse fatto: Madame dà spazio a nuove verità, nonostante la presunta banalità del tema. Il progetto è solido, sembra che Madame faccia evolvere il suo urban in qualcosa di più maturo, di più vicino al cantautorato, tenendo comunque netta una divisione che sussiste tra un filotto di pezzi più contenutistici rispetto ad altri sicuramente più pop.
L’amore è rosso perché è rosso tutto ciò che è irrazionale; l’amore è sesso, tenerezza, desiderio. Capita che lo si confonda con l’odio, o, per lo meno, che ne prenda le sembianze, per via della sua visceralità trascinante. Ha miriadi di forme e Madame le elenca tutte, raccontando storie: una prostituta che si innamora del suo cliente (nel singolo sanremese Il bene nel male), una figura familiare violenta di cui non risulta ben chiara l’identità per cui, comunque, si continua a provare profonda ammirazione (Quanto forte ti pensavo), una donna ossessionata dal sesso che fatica a farsi amare (Nimpha- La storia di una ninfomane), una voglia che si alimenta nell’attesa (Respirare), la dedica a un’amicizia che si rivela un miracolo (Milagro – A Matilde), un elenco di fantasie erotiche di tutti i tipi (Pensavo a… Skit), la capacità di resistere alla tempesta, restando ben saldi sulla propria barca in un gesto di lealtà assoluta (‘L’onda-La morte del marinaio’), una poesia vera e propria (Per il tuo bene) per la stessa donna che, secondo la storyline che compare su Spotify, le ha ispirato Marea e Tu mi hai capito. Non solo: c’è anche la difficoltà nel provare amore, per gli altri e per sé stessi: Se non provo dolore è l’unico brano de L’amore scritto da Francesca e non da Madame. In un rap sincero, l’artista racconta dell’ineducazione alla “palette” emozionale, che porta a una mancanza di riconoscimento dei sentimenti che vengono dall’esterno e, conseguentemente, di dedizione nei propri confronti. La penultima traccia, che precede quella bonus (Techno Pokè, canzone fortemente ironica che gioca su una produzione elettronica inattesa), è Avatar- L’amore non esiste, manifesto dell’intero lavoro; a differenza di ciò a cui il titolo potrebbe alludere, rappresenta l’intangibilità della passione protagonista del disco. “Avatar” è il nome che Madame ha dato ad una donna che, in un’esperienza particolarmente toccante, le ha fatto provare delle sensazioni inequivocabili, nonostante non potesse vederla, perché bendata.
Quanto forte ti pensavo e Per il tuo bene sono i pezzi che più ci hanno colpito.
Il primo racconta lucidamente tutto ciò che non ha di lucido l’amore.
Quanto forte ti penso e quanto male mi fai.
Datemi un goccio in più, non può fare così male.
Lineare, conciso.
Alzi la mano chi soffrendo per amore non ha mai pensato che la sua sofferenza fosse esagerata.
E per voi manipolo di stronzi che la sta alzando timidamente.
Guardate che vi vediamo eh.
E non vi crediamo.
Dicevamo, Madame racconta lucidamente un amore che l’ha consumata, lo ironizza, lo rende un giocattolo.
Ricorda l’intensità dell’amore ma anche l’inconsistenza dello stesso, rivive il dolore con gli occhi nell’amore, piuttosto che prendere la via più semplice, rivivere l’amore con gli occhi del dolore.
Per il tuo bene, invece, è una carezza.
Un regalo che Madame fa a tutti noi.
È un pezzo magnifico.
Credeteci, diventa difficile scegliere un passo del brano che lo rappresenti.
Vorremmo che lo ascoltaste mentre leggete queste parole.
Canzoni così in Italia non se ne vedono da anni.
Madame fa sfoggio di una maturità disarmante e di una penna disumana, racconta di come ci si dovrebbe prendere cura di chi si ama.
L’amore non è solo luce, ma anche tutto il buio che attornia la vita, le difficoltà, gli errori, il dolore.
E quando si ama, quando ci si prende cura di qualcuno, non bisogna mai avere la pretesa di poter o dover risolvere questo buio che attornia la vita.
Bisogna saperci essere, diventando vettori di quella luce e di quel buio.
Soffrire e gioire insieme.
Piangere e godere insieme.
Prendere cura significa fondamentalmente capire.
Capire il male, il bene, il dolore, la rabbia, la felicità, l’attesa.
Entrare negli angoli polverosi della vita degli altri e capire perché sono polverosi.
Voler essere parte del dolore, talvolta anche causa.
Ma farlo sempre teneramente.
Per condividere un percorso, per diventare un tutt’uno.
Musicalmente, Madame ha collaborato, per le produzioni, con Luca Faraone e Shablo, oltre a Dardust, Dario Pruneddu e Bias, che era già al suo fianco per l’album precedente. Solo per Milagro, inoltre, ha scritto lei stessa la musica. Nonostante L’amore possa essere definito in parte rap, in parte pop, sono distinguibili le influenze della tradizione popolare – ricordiamo la sua partecipazione alla Notte della Taranta nel 2021, per cui aveva realizzato una nuova versione di Marea, ispirata alle melodie salentine – e del cantautorato italiano, nello specifico di Fabrizio De André, per cui non ha mai nascosto la sua devozione, omaggiandolo, tra l’altro, ne La promessa dell’anno, singolo del 2019.
Francesca omaggia De André, ma quest’omaggio si concretizza in un tentativo – sicuramente riuscito – di codificare il buon Faber, tra effetti vocali – si ascolti L’Ottico-, strutture logiche dei testi e immaginario di riferimento.
Nessuno vuole togliere niente sia al progetto che alla cantante, a Madame si augura di poter fare quello che ha fatto Fabrizio da Genova, ne ha tutte le potenzialità, ma dobbiamo ammettere che i punti più esaltanti dell’album sono quelli in cui Madame fa cose da Madame.
È bello ed è sano un omaggio al cantautorato, è intelligente e rispettoso, codificare piuttosto che imitare.
Ma lungi da noi cercare eredi dei grandi che furono, si rischia solo di aggiungere aspettative e pressioni a uno dei talenti più puri e originali della musica nostrana.
Madame dimostra così di “essere nata per questo”, come scrive il suo management in un post su Instagram, e di non omologarsi alle tendenze del momento. Sa che non sarà compresa da tutti e non le interessa di fare i numeri; o meglio: non è la sua priorità. Se in Madame, progetto uscito nel 2021, era parzialmente condizionata dai professionisti con cui aveva a che fare, non avendo ancora la maturità, anche artistica, per occuparsi di alcuni lati del progetto, ora si riprende ciò che le spetta e decide di essere sé stessa al cento per cento, seguendo interamente la realizzazione dell’opera e dando voce a un’esigenza interiore che premeva per uscire allo scoperto.
Fin dal 2019, le sue canzoni aprono i nostri occhi su qualcosa che abbiamo sempre avuto davanti – o dentro -, ma di cui non abbiamomai avuto contezza. In riferimento a Madame, credevamo che ci avesse detto delle cose che, da soli, non eravamo stati in grado di dirci. Adesso, ascoltando L’amore, pensiamo, piuttosto, che ci abbia fornito gli strumenti per parlare a qualcun altro, molto più che a noi stessi.