Quando non scegli di fare politica – eppure non sai farne a meno

I giovani che si votano alla politica sono diversi dai loro coetanei. Sono vivaci, irrequieti, tormentati dal destino che li ha gettati nell’agone. Perché la politica non l’hanno scelta, è lei che ha scelto loro.

Li ha scelti perché sono vivi. Emozionati e sensibili, pieni di domande e digiuni di risposte. Suscettibili agli impulsi della vita, hanno una fiamma che danza e che brucia dentro di loro. Non sopportano la monotonia, la passività, non accettano che le scelte passino sopra la loro testa, non si accontentano di quello che passa il convento. Il loro è un destino beffardo, quantomeno vogliono domarlo, esserne padroni. Sono un fiume in piena, straripante e incontenibile, che trova quiete solo quando, finalmente, sfocia nell’impegno pubblico.

La politica li ha scelti perché sono arrabbiati, scontenti di un mondo sbagliato e ingiusto, che desiderano cambiare. Sono idealisti e ribelli, sognatori disillusi e irrimediabili rompiscatole. Ascoltano, leggono e scrivono, parlano tanto. Ascoltano ancora, poi pungolano. Non conoscono pause perché il destino non lascia loro tregua. Hanno bisogno di incanalare la loro rabbia, di trasformarla in azione. E allora cercano una casa, una causa. Un posto nel mondo, una ragione per cui spendersi, per cui vivere.

La politica li ha scelti perché sono innamorati. Si innamorano ogni volta che hanno qualcosa o qualcuno di cui occuparsi, qualcosa o qualcuno da difendere. Amano il proprio territorio, la propria Nazione, la propria comunità. Sono innamorati al punto di donarsi alla società, caricandosi sulle spalle i problemi e le aspettative degli altri. Nel farlo non si annullano ma si moltiplicano, la loro anima è di tutti ed è per tutti.

A volte pensano che sarebbe facile stare alla finestra a guardare. La politica è croce e delizia, gratificante ma illusoria, capace di farti toccare il cielo con un dito e poi di scaraventarti a terra. È un connubio agrodolce e contraddittorio. Eppure non sanno farne a meno, non possono farne a meno. Perché la politica non l’hanno scelta, è lei che ha scelto loro. Vivi, arrabbiati, innamorati, accomunati da un destino inesorabile.

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