“Vive le cinéma” – Cerimonia di premiazione

Il cinema francese – composto da silenzi, giochi di sguardi e mani che si sfiorano – rimbalza nel teatro Apollo colpendo ognuno di noi, ogni sera, fino alla fine delle proiezioni.

“Vive le cinéma” è stato un festival dedito ai diritti umani che ha deciso di immolarsi alla causa: dobbiamo fare di più. Ed è così che ognuno dei progetti presentati ha contribuito a renderci qualcuno di nuovo, qualcuno di migliore.

Durante la cerimonia di premiazione sono stati svelati i vincitori e così “Maalbeek” di Ismaël J. Chandoutis – racconto di una sopravvissuta all’attentato della metropolitana di Maalbeek nel 2016 – si aggiudica il Premio per il Miglior Cortometraggio, mentre il fardello per il Miglior Lungometraggio viene affidato a “Les Magnétiques” di Vincent Mäel Cardona. Fardello perché quest’ultimo riconoscimento doveva racchiudere il significato di cui il festival si è fatto promotore.

Les Magnetiques si racconta all’inizio degli Anni ’80, in Francia, dove la musica è “il modo di stare al mondo” di Philippe ma anche la sua condanna eterna perché lo costringe ad affrontare il talento del fratello Jérôme, speaker estroverso esaltato dalla vita e continuamente in lotta contro chi vuole distruggere la sua libertà. I due fratelli decidono di voler combattere contro un mondo che non vuole ascoltarli e lo fanno creando la Radio Warsaw. Le parole però sono solo quelle di un ragazzo che vuole la rivoluzione effimera, un mero atto di caos eterno, non si saprà mai quale sia davvero il suo obiettivo. Forse perché non esiste.

Jérôme in una scena del film

Marianne è il punto di rottura: è lei che svela la verità sui due fratelli. Jérôme è solo un’idea mentre Philippe scoprirà di essere la miccia della rivoluzione reale. Non è solo un fonico ma può parlare, ha una voce con la quale può raccontare la storia di suo fratello, che è anche la sua, e deve farlo perché grazie all’amore che prova verso la ragazza diventa un protagonista, IL protagonista.

Marianne in una scena del film

La musica è il mezzo con il quale Philippe riesce ad affrontare il mondo intorno a sé: estranea da un periodo storico di cui non si interessa, ma di cui deve prepotentemente fare parte; è il suo motore per affrontare l’amore e per vivere la guerra, ma soprattutto diventa un’estensione del corpo del protagonista, si trasforma in voce quando Philippe non trova il coraggio di esprimere il suo amore a parole, ed è per lui l’unico modo di comunicare in guerra.

L’amore tra fratelli, l’amore per la patria e l’amore per la musica vince anche il César come Miglior Film D’esordio nel 2022.

Ma è “Trois nuits par semaine” di Florent Gouëlou che conquista il Premio Casa della Carità. Presentato alla Settimana internazionale della critica a Venezia 2022, è stato riconosciuto come il film dal maggior impatto sociale, raccontando l’esperienza di Baptiste, un ragazzo che si immerge nell’universo drag, di cui non sa nulla.

Una scena dal film “Trois nuits par semaine”

Nel mio precedente articolo mi chiedevo se “Vive le cinéma” sarebbe davvero riuscito a portare a termine l’obiettivo prefissato, quello di “la lotta per i diritti della comunità lgbtq+, l’ambiente, la crisi economica e i nuovi equilibri della famiglia contemporanea” e, alla fine, posso affermare con certezza che ogni punto è stato analizzato da più opere, in maniera brillante. Il cinema francese ha emozionato i ragazzi più giovani e anche le menti più chiuse. Una settima edizione riuscita, che si porta a casa il merito di aver, non solo, collaborato con tantissimi ragazzi di ogni grado, ma anche di aver adempiuto ai suoi obiettivi esposti in “campagna elettorale”.

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