Il ricordo dell’anoressia
Sono su un treno. Ascolto della musica a volume basso. Davanti a me, due ragazze di qualche anno più piccole parlano. In lontananza sento ciò che dicono. Ad un tratto, una delle due dice all’altra che il giorno prima ha mangiato solo un pacchetto di crackers in tutta la giornata, l’altra le chiede come abbia fatto e dice che le sembra sempre di mangiare troppo. Le osservo, cercando di non dare troppo nell’occhio. Una delle due ha la frangetta: con l’aggiunta della mascherina ha praticamente tutto il volto coperto. L’altra ha i capelli ricci, ma li porta legati.
Abbasso un po’ il volume della musica per capire meglio il loro discorso. Le due continuano scambiandosi dei consigli.
Guardo fuori dal finestrino e mi lascio travolgere dai ricordi.
Tutto d’un tratto ho sei anni, sono a casa e ci è venuta a trovare la zia. Dopo tanti complimenti a mio fratello, mi guarda e con tono sprezzante mi dice che sono ingrassata.
Tutto d’un tratto ho nove anni e cammino per Piazza della Signoria. Dei bambini dietro di me ridono e dicono che sono grassa.
Tutto d’un tratto ho dodici anni e il ragazzino per cui avevo una cotta dice all’amico, guadandomi, “Se solo fosse magra…”.
Tutto d’un tratto ho quattordici anni, salgo sulla bilancia e penso “Peso quanto un ragazzo”. Tutto d’un tratto fisso il piatto stracolmo di insalata, sembra interminabile.
Tutto d’un tratto sento i vestiti strettissimi, come se mi volessero strozzare.
Tutto d’un tratto mi guardo allo specchio e mi faccio schifo.
Tutto d’un tratto ho la testa nel water e due dita in gola.
Tutto d’un tratto non ho più il ciclo.
Tutto d’un tratto toccarmi le ossa mi dà sollievo.
Tutto d’un tratto sono in una stanza poco illuminata dalla luce di una finestra, una libreria che riempie una parete, una scrivania con delle sedie intorno e al centro della stanza una bilancia. Tutto d’un tratto sono stanca. Stanca di sentirmi dire sempre le stesse cose, stanca di mangiare, stanca di vivere una vita che non sento mia. Stanca di soffrire, stanca di tutto.
Mi guardo intorno e le persone che amo soffrono con me, per me.
Tutto d’un tratto voglio stare bene.
Tutto d’un tratto ho diciassette anni, sto molto meglio, ho più forze e più sicurezza in me stessa. Tutto d’un tratto mangio il gelato, senza sensi di colpa.
Tutto d’un tratto sono di nuovo nel treno, le ragazzine continuano a parlare. Vorrei poterle aiutare, vorrei poter raccontare la mia storia, dire loro che ci si può amare senza pesare 40 chili.
E mi domando. Mi domando perché? Perché ancora succede?
Queste ragazzine non sono sole, sempre più ragazze e ragazzi si ammalano di anoressia.
Perché succede? I motivi sono vari e ogni storia è diversa. Ma stare bene si può, ve lo assicuro.
3 risposte
L’ha ripubblicato su MetropoliZ blog.
Grazie per aver scritto di questo.
Il tuo modo di raccontare è di una incisività e sensibilità unica, continua così.
Grazie infinite, grazie di cuore 💜