En e Xanax

L’En e lo Xanax sono due psicofarmaci.

Wikipedia li classifica tra gli “ansiolitici appartenenti alla famiglia delle benzodiazepine”.

Sempre secondo Wikipedia, gli ansiolitici “sono una categoria di psicofarmaci usati per trattare disturbi d’ansia -come attacchi di panico, ansia generalizzata, e disturbi ossessivi-, stati di angoscia […]”.

Io ora non so parlarvi degli psicofarmaci, sinceramente non voglio nemmeno tentarci.

Probabilmente nemmeno Samuele Bersani, che con la sua “En” e il suo “Xanax” racconta una delle più delicate storie d’amore del cantautorato italiano.

Non è una storia d’amore banale, probabilmente non è nemmeno una storia.

È la narrazione di un incontro fortuito, di due persone che hanno avuto la lucidità di condividere, prima di tutto il resto, le proprie fragilità.

“En e Xanax non si conoscevano 

prima di un comune attacco di panico”

La tenerezza di quest’incontro è racchiusa nei primi due versi: è la fragilità comune che permette all’uno di riconoscersi nell’altra, e viceversa.

Riconoscere un dolore comune è un privilegio riservato a pochi, che spesse volte permette di abbattere barriere e di instaurare rapidamente rapporti molto intimi, e altrettanto spesso si riassume nel più classico dei “sembra di conoscerci da una vita”.

Questo modo di dire non deve essere preso come una banalità, ma appunto come evento tanto casuale quanto raro, che dà il modo, in questo caso ai due amanti, di superare anche differenze di contesto.

“Lei era figlia di un americana trapiantata a Roma,

E lui, un figlio di puttana,

ormai disoccupata”

Ponendo questa differenza di estradizione sociale, Bersani innanzitutto dà enorme dignità al disagio psicologico, talvolta sottovalutato: è un problema che può affliggere chiunque, a prescindere dal contesto da cui si proviene;

secondo poi, riesce a rincarare la dose di magia di questa storia-nonstoria: la fortuna di En e di Xanax sta anche nel dare fiducia ad un mondo che non si conosce, come atto di amore ma soprattutto come atto di coraggio.

Superare i propri confini, anche sociali, non è affatto banale, soprattutto per chi soffre determinate condizioni psicologiche.

L’autore romagnolo costruisce attorno alla coppia un aurea che è un misto tra l’essere ovattata ed essere aleatoria, tra l’essere casuale e l’essere determinata.

Raramente si evince una caratterizzazione dell’uno o dell’altra, i periodi in cui viene evidenziata sono episodici:

“Lei per strada, lui rubava i libri della biblioteca,

e poi glieli leggeva, seduto sopra un cofano”

Nel ritornello viene sprigionata l’intera energia del brano: a prendere parola ora è Xanax, che si rivolge ad En, dicendo:

“Se non ti spaventerai con le mie paure

Un giorno mi dirai le tue

Troveremo il modo di rimuoverle

In due si può lottare come dei giganti

Contro ogni dolore”

Xanax grida speranza, in tutti i modi in cui può farlo.

Il primo passaggio è fondamentale: chiede ad En di non avere paura del male che lo attanaglia, sembra volerlo mettere da parte, tanto è forte l’amore che prova.

Successivamente, cerca di mettere lei a suo agio, chiedendole di non avere paura di aprirsi con lui, e di darsi il tempo necessario per farlo – “un giorno”.

A conferire un enorme forza all’amore tra En e Xanax è l’assoluta assenza di ansia nelle parole del secondo: per due persone che hanno difficoltà tangibili nel rapportarsi a sé stessi, riuscire a farlo nei confronti di qualcun altro diventa commovente, soprattutto nella declinazione che si vuole far assumere alla condivisione.

I due vogliono far comunicare le proprie ansie, vogliono trovare un modo per rimuoverle, e vogliono farlo insieme.

Avvertono la forza che può scaturire dal loro amore e ci si immergono, senza pensare a ciò che potrebbe o non potrebbe succedere.

È come se si sentissero, per una volta, incredibilmente forti – “giganti” – contro il loro dolore.

Continua Xanax:

“E su di me puoi contare per una rivoluzione

Tu hai l’anima che io vorrei avere”

L’amore è rivoluzione e rivoluzionarsi, sempre se si vuole darne il valore che merita.

È rivoluzione perché è stravolgimento di tutti i preconcetti e i paradigmi che concernono l’una e l’altra parte, se non si è pronti a questo tipo di ribaltamento significa che non si è pronti ad amare.

Bisogna sapersi rivoluzionare perché se non si riesce a farsi integrare dall’altro, allora l’amore diventa egoriferito.

Xanax dice ad En di essere profondamente pronto per questo tipo di rivoluzione, di essere pronto ad affrontare le proprie paure con lei al suo fianco.

Quel “contare” ci dice che il primo vuole che la seconda sia sicura, non tanto del sentimento, quanto del voler rivoluzionarsi.

Senza unione di intenti la magia, la rivoluzione, diventerebbe un qualsiasi nulla.

Poi aggiunge che lei ha l’anima che lui vorrebbe avere.

In En lui riconosce quella luce di cui lui ha sempre voluto e saputo privarsi.

È una luce che a momenti lo spaventa, ma che illumina il suo buio fino a portarlo in un punto in cui lui non riesce a desiderare altro che attingerne.

Ma ora concentriamoci su ciò che “En e Xanax” vuole dirci.

Non è una storia degli ultimi, tantomeno una storia dei primi.

È quanto di più illuminante che la musica italiana abbia da offrirci, almeno per ciò che concerne l’amore.

“En e Xanax” disegna una delicata linea guida per quello che l’amore dovrebbe sempre essere: costruirsi insieme.

Riconoscendo le proprie paure nell’altro, i protagonisti del brano riescono a concentrarsi su quello che possono darsi e su quello che possono diventare, sorvolando su ciò che li ha tenuti intrappolati fino a quel momento.

Inseguono quella luce che non sono mai stati capaci di riconoscere in sé stessi, e lo trovano in un incontro epifanico e rivoluzionario.

Come già detto l’amore deve essere rivoluzione: non si può e non si deve intrappolare le emozioni nella ratio, se non si riesce ad essere plastici non si sarà mai capaci di amare.

Bisogna avere il coraggio di amare come bisogna avere il coraggio di avere paura.

È molto più facile subire la paura che averla.

Averla significa conoscerla, consequenzialmente affrontarla.

Subirla significa abituarsene, consequenzialmente farsene imprigionare.

Affrontarsi è il primo passo per conoscersi, e magari poi riconoscersi in qualcun altro e intraprendere la battaglia schiena contro schiena.

En e Xanax vuole dirci che l’amore senza paura è specchiarsi in un acqua che ci illude di essere qualcuno che non siamo.

2 risposte

  1. Lorenzo sei una lettura di grande chiarezza e scorrevolezza, non conoscevo la canzone di Bersani che tu rendi visibile come fosse una sceneggiatura!! Profondamente argomenta, complimenti 🙏🏻

  2. Lorenzo ho amato questo brano e mi sorprende leggere che tu ne abbia scritto soprattutto perché facente parte della mia generazione piuttosto che della tua e arriva così inaspettato, come se estraessi il coniglio dal cilindro, il racconto e le riflessioni di una una storia d’amore bellissima nella sua fragilità
    thank 😊

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