Non ti disunire.
Ogni volta che esco di casa, ogni donna che incontro, ogni foglia che cade, ogni cane che annusa la terra, ogni stormo di uccelli che invade il cielo sopra l’università, ogni oggetto, animale, persona si porta via un pezzetto di me quando ci sbatto contro.
È inevitabile che accada. Mi strappo in mille pezzi quando esco di casa, succede sempre, non riesco a sottrarmi dal lasciare i miei pezzetti in giro per la città, appresso al sorriso di un bambino, addosso ad un bel cappotto di una signora distinta, attaccato al fiato di quell’uomo che mi ha appena fischiato, adagiato su quel geranio selvatico cresciuto sul balcone di quella casa abbandonata nel centro di Lecce.
Non so mai quale pezzetto di me finirà chissà dove, ma so per certo che accadrà e che le mie energie si disperderanno insieme a lui. So per certo di essere sempre fiduciosa che chi o cosa accoglierà il mio frantume se ne prenderà cura.
Eppure così non è mai. Anzi, difficilmente accade. E io continuo a seminarmi, imperterrita.
Non ti disunire è stata la frase che mi ha capovolta.
Come faccio io a non disunirmi, a non frantumarmi? I miei pezzetti hanno bisogno di andare lontano, di seguire la vita, di non rimanere fermi nell’unica persona che sono.
Perché io sono tante cose, sono un cane, una foglia, il fischio di un uomo, l’asfalto, il fioraio all’angolo. Non sono solo una persona, non sono mai stata soltanto una. Sono la vita, sono l’energia che la muove, la calma che la ferma.
Come faccio io ad arrestare la mia disgregazione quando è l’unica cosa che mi tiene viva?
Per chi, come me, è mille cose insieme sa che il prezzo da pagare è alto. Sa che ti serve del tempo per ricomporti quando ritorni a casa, quando ritorni in te stessa, e il tempo che servirebbe in realtà non basta mai e anche se bastasse non riusciresti comunque a ricomporti tutta.
Sicuramente non tutta intera. Sicuramente non tutta uguale.
Non ti disunire, è vero, perché a strapparti ti fai male.
Impara a tenerti stretti i tuoi pezzi, se ce la fai.
Altrimenti disunisciti pure, ma connetti i tuoi lembi a qualcosa che sai valga la sofferenza di quello strappo.
E ricordati di ricongiungerti sempre con te stessa alla fine della giornata, anche se diversa, anche se frammentaria.